Dal Vangelo secondo Luca cap. 1 vv. 39-45
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
“Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa ...”. Come un musicista quando compone la sua musica non deve scrivere soltanto le note ma anche la loro durata, soprattutto l’andamento dell’intero brano – largo, adagio, andante, moderato, allegro, vivace, presto – così anche Luca, quando scrive, o meglio trascrive, quella “bellissima musica” che è l’incontro tra Maria ed Elisabetta, ci tiene a mettere in evidenza il suo “andamento sostenuto”: i passi di Maria sono rapidi e consequenziali, viaggia “in fretta”. Cerchiamo semplicemente questa mattina di “costruire ponti” tra questa parola, FRETTA, e la nostra vita. Vediamo cosa “salta fuori” di utile per il nostro cammino umano e spirituale.
“Andò in fretta ...”. Prima di tutto penso alla mia, alle nostre vite. Vissute nella fretta più totale. Appuntamenti l’uno dopo l’altro, a volte “matematicamente” incastrati tra loro in modo da non perdere neppure un attimo per fare tutto quello di cui c’è bisogno. Quali le conseguenze di questo modo di vivere? Sicuramente facciamo tante cose importanti, cerchiamo di cogliere tutte le occasioni a disposizione, utilizziamo tutto il tempo che ci è stato donato. C’è un grosso rischio: non avere più tempo per fermarsi e pensare, per capire cosa è meglio fare, dove è più saggio indirizzare la propria vita. Può essere “umiliata” la nostra facoltà di scelta, che ha bisogno di momenti di pausa, che necessita di “pit-stop” nei quali rifornirsi del necessario “carburante”. Una vita vissuta “in fretta”ma senza pause di riflessione, può ad un certo punto bloccarsi, per mancanza di idee, passione, motivazioni. Ed in più c’è il rischio anche di essere, alla fine, non pienamente contenti di quello che si è fatto o addirittura infelici o soltanto stressati ...
“Andò in fretta ...”. Mi vengono in mente le cose, le scelte che mi appassionano veramente. Quando hai un “fuoco dentro”, quando senti che la tua vita è un treno adatto a quel binario, non puoi perdere tempo: devi posizionarlo e farlo partire. Quando hai grandi sogni, il tempo che hai ha disposizione ti sembra poco. Ciò che devi costruire è grande, chiederà molte forze del cuore e della mente, sarà il punto finale di un itinerario fatto di successi, insuccessi, ripensamenti, errori, riprese, etc. Per tutto questo il tempo che hai davanti ti sembra poco. A. Einstein, per spiegare in parole semplici la sua “complicata” teoria della relatività, diceva: “Quando un uomo siede un'ora in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa rovente per un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora. Questa è la relatività." La bella ragazza citata dal grande scienziato può essere anche la metafora del nostro progetto di vita: quando in sua “compagnia”, quando “lavoriamo” per lui, il tempo si “restringe”, ci sembra sempre troppo poco rispetto a quello che dovremmo fare. Da questo punto di vista, allora la “fretta” non solo è auspicabile, ma è fondamentale: è un “modo di essere” per realizzare ciò che uno ama, è l’urgenza che viene dal sentire amore per qualcosa o qualcuno, è la “potenza” della passione che vuole bagnarsi in ogni momento nelle acque del suo desiderio.
E allora? Bisogna andare “in fretta” oppure no? Come sciogliere questo dilemma? Guardiamo a colei che “andò in fretta” da Elisabetta. In lei l’aspetto negativo della fretta viene a cadere, quello positivo vissuto, incarnato. Maria, prima di “andare in fretta” era ferma ad ascoltare l’angelo. Ha “dedicato” tempo all’ascolto. Il suo andare “in fretta”, non segue e non sarà seguito da un altro andare “in fretta”. La “fretta” è negativa se è circondata da altra fretta, se è l’unico andamento della nostra vita. Tornando all’immagine musicale, Luca ha messo sullo “spartito” del viaggio di Maria l’andamento “Presto”; il brano dell’annunzio dell’angelo, lo ha indicato con un “Adagio”, quello dell’incontro con Elisabetta con un “Allegro vivace”. La fretta di Maria è quindi conseguenza di una riflessione. Ed è positiva soprattutto perché espressione di un amore intenso ed autentico. Un amore che ti fa vedere il tempo che hai a disposizione sempre troppo poco, che ti spinge a correre: come dice Paolo, la carità di Cristo ci spinge, è un appello urgente alle nostre vite.
Chiediamo a Dio, per intercessione di Maria, la capacità, come lei, di saper andare “in fretta” non come semplice reazione a quel “turbine travolgente” che è il nostro mondo attuale, ma come “sentiero autentico” per poter realizzare l’amore ...