lunedì 1 marzo 2010

Amando te, fratello, riscopro di essere amato (da Lui)!


1 marzo 2010, lunedì della 2° settimana di Quaresima

Dal Vangelo di Luca cap. 6 vv. 36-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati.
Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».


E’ vero che prima di tutto l’ASCOLTO di Dio, la capacità di leggere i suoi tanti appelli nella nostra quotidianità - il sole che sorge ogni giorno, il dono del tempo, la bellezza dell’amicizia, un povero che tende la mano, la gioia di una giornata vissuta nell’amore, il chiarore delle stelle - , ci permette di fare SCELTE veramente evangeliche. Perché il vangelo è prima di tutto una carica positiva da incamerare, custodire tra le cose più care, e poi da “rimettere in gioco” nelle tante pieghe della nostra storia. Il cristiano è un creativo nel senso che, ascoltato il messaggio di fondo da Dio, riesce a comunicarlo attraverso l’originalità del suo carattere, dei suoi talenti, delle sue capacità comunicative. Ma non può esserci autentica creatività se non come risposta al suo continuo creare amore dentro di noi.

E’ però anche vero che la pratica della “bella notizia” mette in condizione di comprendere meglio cosa Dio fa e può fare per ciascuno di noi. Vivere il vangelo significa trovare, o almeno cercare, in ogni momento un modo per scorrere come amore nella vita dell’altro. Facendo così, ti accorgi di quanto puoi essere importante per altro. Il tuo apporto non è trascurabile ma fondamentale. Ti rendi conto che l’altro, attraverso la tua cura, diventa migliore, si rialza se è caduto, viene incoraggiato a raggiungere i suoi obbiettivi, si apre ad orizzonti che non aveva mai immaginato. Il tuo sforzo di comunicazione del Vangelo lo rende capace di meglio sentire tutta la profondità della vita.

Se tu, uomo piccolo e fragile, che sei stato “fatto poco meno di un dio” (Sal 8,6), puoi fare tanto per la vera gioia di un tuo fratello, immagina quanto può fare, anzi fa, Dio per te. Se un tuo gesto di misericordia aiuta un fratello a non sprofondare nel gorgo dello sconforto, pensa quanto la misericordia del Padre può tenerti a galla nelle situazioni più difficili. Se la tua “sospensione del giudizio” permette ad un tuo fratello di non essere marchiato a fuoco come un condannato senza possibilità di ripresa, pensa quanto il non-giudicarti negativamente di Dio ti mette in condizione di ricominciare sempre, anche dopo errori madornali.

L’amore donato ai fratelli, le cose grandi che in loro riesci a fare, ti fanno capire quante cose ancora più grandi Dio ha fatto e farà in te ...

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