venerdì 5 marzo 2010

C'E' ANCORA TEMPO ...


5 marzo 2010, venerdì della 2° di Quaresima

Dal Vangelo secondo Matteo cap. 21 vv.33-43.45
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un'altra parabola: c'era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: "Avranno rispetto per mio figlio!". Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: "Costui è l'erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!". Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
"La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d'angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi"?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.


Dio Padre, il grande ed amorevole vignaiolo di quella vigna che è la nostra storia, ma anche la storia del mondo, di tutto l’universo, si affida a coloro che veramente credono in Lui – un popolo che ne produca i frutti – per continuare il suo progetto d’amore. Facciamoci una domanda e cerchiamo di darci una risposta: possiamo sentirci parte di questo popolo che Dio sceglie per collaborare al suo disegno d’amore? Siamo capaci, con il nostro “lavoro”, di produrre frutto? La nostra fede è salda tanto da poter “spostare le montagne”, trasformare anche il deserto in terra fertile, in modo che i semi piantati diventino alberi carichi di frutti?

Un si pieno e convinto a queste domande è difficile darlo. Facciamo i conti ogni istante con la nostra “poca” fede. Forse nei momenti in cui ci sentiamo più sicuri, basta un attimo per cadere, “dimenticarci” del suo amore, mettere da parte le sue indicazioni per il nostro itinerario di santità. La nostra fiducia in Lui è molto instabile, a correnti alterne. Anche per questi motivi, il raccolto è sempre insufficiente, pensiamo che avremmo potuto fare una raccolta molto più abbondante. E questo porta a chiedersi: ma Dio continuerà a fidarsi di noi? Avrà pazienza della nostra fede che è sempre rasoterra e non riesce a volare? Si accontenterà all’infinito delle nostre mani cariche di pochi frutti?

Mi consola quell’espressione: “Gli consegneranno i frutti a suo tempo”. Dio non misura il tempo come lo misuro io. Quando ho la sensazione che il tempo per riprovarci, per tentare ancora sia finito, sono certo che per Dio c’è ancora. Quando penso che ormai sia giunto il momento del giudizio, che ci sia soltanto la possibilità di presentarmi davanti a Lui con un risultato molto al di sotto delle aspettative, sono certo che mi fa capire che c’è ancora la possibilità della “rivincita”. Certo, tutti questi pensieri non possono essere una scusante per rimandare sempre. Però, dopo che ti sei impegnato e non sei riuscito a mietere tutto il frumento che volevi e, umanamente, hai la sensazione che il tempo sia scaduto, Dio ti viene incontro con il “cronometro” del suo amore, e ti dice che non è stato fermato, ma ancora scorre ... ancora c’è tempo ... Se non fai nulla per alimentare la tua fede, il tempo avanza e non potrai più recuperarlo ... se vivi la tua fiducia in Lui con tutto il cuore, l’anima e le forze, dopo l’analisi dei primi risultati, spesso scarsi, ti accorgi che c’è ancora un po’ di tempo ...

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