domenica 2 maggio 2010

MESE DI MAGGIO 2010 1a puntata


S. Agnello, 3 maggio 2010

Cara Maria,
prima di iniziare questo viaggio insieme a questi cari amici della comunità di s. Agnello, sento dentro di me l’esigenza, forte come le onde di un mare in tempesta, chiara come la luce della luna piena a mezzanotte,di rivolgermi a te, per chiedere coraggio, indicazioni di percorso, “parole buone” per affrontare i momenti difficili e saper gustare quelli di “pura grazia”. Busso al tuo cuore, perché so che sei una donna “esperta nel viaggiare”. Dopo aver detto il tuo “Sì” all’angelo che, a nome di Dio, ti chiedeva di diventare la madre del Salvatore, ti sei messa in viaggio per donare ad Elisabetta il tuo semplice servizio ma soprattutto la gioia dello Spirito accolto nel “grembo” della tua totale disponibilità alla sua azione. Durante gli ultimi mesi della tua gravidanza, ti sei messa in viaggio con Giuseppe, per “salire” da Nazareth a Betlemme, dove hai dato alla luce Gesù, luce-guida delle nostre esistenze. Lo hai portato a Gerusalemme nel tempio, per offrirlo al Signore. Lo hai smarrito e poi ritrovato tra i dottori durante un tradizionale pellegrinaggio alla città santa. Lo hai seguito durante la sua vita pubblica, fin sotto la croce. Hai viaggiato tanto, Maria, e hai compreso il senso vero del viaggiare, il modo per non rendere i nostri passi inutili, camminando non solo con i piedi ma anche con i passi del cuore.
Ti affido, prima di tutto, il viaggio di questo mese. Aiutaci ad essere fedeli, disponibili alla Parola proclamata e commentata, desiderosi di condividere la mensa del tuo Figlio, per avere quel pane così importante per non rimanere senza voglia e forze davanti alle sfide dell’amore. Proveremo a navigare in quel mare d’amore che sono le sette parole di Cristo sulla croce. Le conosci bene, le hai ascoltate in diretta, una è stata rivolta direttamente a te. Non sono soltanto parole, ma un “concentrato” del suo cuore di Figlio che ha condiviso tutto se stesso con noi, fino alla fine. Voglio che non restino soltanto parole, ma che diventino il carburante per la corsa della nostra vita. Possano aprire nei nostri cuori nuovi spiragli alla potenza dello Spirito, perché sulla pista di una preghiera sincera ed intensa, possiamo decollare e raggiungere l’universo di luce del nostro Padre, meta di ogni nostro sforzo, inizio di ogni nostro serio impegno nel mondo a servizio del vero amore.
Il mese di maggio è un viaggio nel viaggio. Può essere una grande occasione per dare una scossa al percorso ordinario nel tempo della nostra comunità. Non dovrà essere un’esperienza chiusa in se stessa, con un inizio ed una fine. Aiutaci, Maria, ad iniziare con la consapevolezza che, come te, non dovremmo fermarci mai. Questa particolare esperienza di grazia tra un mese finirà, ma sarà sempre davanti ai nostri occhi quella realtà – le nostre famiglie, in particolare i giovani, il mondo del lavoro, gli anziani e gli ammalati, i tanti poveri – che chiede di essere servita secondo la “logica” di Cristo, cioè farsi piccoli con i più piccoli, portare luce dove c’è buio, costruire pace dove c’è disunione, annunciare la speranza dove si scrivono soltanto sentenze di morte. Tra un mese saremo sempre parte di questa comunità, fatta di tante ricchezze da consolidare, ma anche di tante contraddizioni da risolvere. Insegnaci, Maria, a riversare l’entusiasmo di questo mese, la forza della fede che accumuleremo, nella vita concreta della nostra comunità, per aiutarla a diventare sempre di più “casa del Padre”, giardino fiorito per gustare il profumo di Cristo.
Metto nel tuo cuore di madre premurosa anche un altro viaggio, che si intreccia con quelli di questa comunità e del mese di maggio. Quattro anni fa iniziava il viaggio del mio sacerdozio. Dopo circa sette anni e mezzo di preparazione, passati a cercare di capire la bellezza di una chiamata diversa rispetto a quella della vita familiare, il Signore mi ha detto, attraverso l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione del mio vescovo Felice:”Vai! Comunica ai tuoi fratelli, dove io ti manderò, la bellezza della tua Parola e aiutali a gustare la fragranza di quel pane che è il mio Corpo! Così diventeranno, insieme con te, un vangelo vivente!”. In questi quattro anni ho provato a fare la mia parte, tante volte ho disatteso queste parole, scontrandomi con le mie fragilità e i miei peccati. Ma ancora arde dentro di me la voglia di seguirlo, di imitare i suoi passi, diventando un suo semplice “portavoce”. E ti chiedo di aiutarmi a trasformare questo desiderio, sempre, in un concreto “essere servo” ...
Ti chiedo, infine, la semplice grazia di continuare ad essere nostra compagna di viaggio, perché in ogni istante abbiamo bisogno della tua esperienza. Sorvegliaci con amore, puntando a perfezionare sempre la qualità del nostro correre ... verso di Lui ...

tuo, Tonino

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